Nato il giorno più sbagliato, sotto un cavolo malato
nato senza soluzione e senza stato
come un giorno da vedere, senza le ore da contare
nato e basta come i funghi da cercare
Ha perso mille treni e anche il gusto di salire
ha salutato le autostrade senza fine
guarda il giorno e il giorno cade, “Non ritornerò quaggiù!"
In un mondo dove cantano i padroni… Adri non suona più!
Avrà addosso quel maglione, il suo zaino e il mio saluto
due suole messe insieme con lo sputo
i ritagli di un giornale lì a fermare la sua vita
ma davanti la sua ombra che è partita
E ce l’ha con la sua bici, una ruota da gonfiare
con dietro le tre noci e da mangiare
E poi fogli da riempire, una faccia senza nei
avrà un blues che dura un attimo... e gli ricorda lei
Quelli giù in città lo chiamavano Adriano
Ha un cappello da cowboy ma è un indiano
È salito sopra al monte senza chiedere permesso
Adri corre alla ricerca di se stesso
Monterà su quella cima a benedire le stagioni
annuserà le stelle e ciuccerà i lamponi
Adri guarda sopra ai tetti, sempre in bilico come i gatti
sempre senza calzettini, come gli angeli e i matti.