GLI ANGELI & I MATTI


C’è nella musica di Francesco l’eco di ricordi di tempi passati, quella miscela di nostalgia abbinata alla grande forza trascinatrice di chi vuole vedere oltre la siepe di leopardiana memoria. La sua vera capacità è dare un luogo accogliente alle parole che si intarsiano candidamente in suoni studiati, mai banali e che sviluppano una potenza evocatrice illimitata; basti ascoltare “Canto del Prigioniero” per essere catturati da rimembranze da Mille e una notte, immersi nel canto di Sherazade che incanta il suo amato con il proprio racconto. Ognuno immagina la propria storia nei testi di Francesco, che ha il grande merito di musicare protagonisti umili, di confine sfumato e labile proprio come sfumato e labile è il confine che separa gli angeli dai matti.

Gabriele Dazzi, scrittore