(da Refugee Blues di W.H. Auden)
Dicono che in città c’è un milione di abitanti
chi dorme in belle case, chi sotto i ponti
Qui non c’è posto per noi,
non c’è più posto per noi
Qui non c’è posto per noi,
non c’è più posto per noi!
Una volta abitavo in un paese lontano
c’è chi sfoglia la mappa, c’è chi dice: “Che strano”
Che non ci tornerò mai,
io non ci tornerò mai
Che non ci tornerò mai,
io non ci tornerò mai!
Il sergente annoiato che ci guarda a occhi storti
dice: “Senza permesso siete peggio che morti”
Ma siamo vivi, sai,
noi siamo vivi, e lo sai
Ma siamo vivi, sai,
noi siamo vivi, e lo sai!
Un pensiero mi assilla, sento un tuono rombare:
un altro Hitler che urla: “Quelli devon crepare!”
Stava parlando di noi,
parlava proprio di noi
Stava parlando di noi,
parlava proprio di noi!
Ho visto una spilla addosso a un barboncino
ho visto una porta che fa entrare un gattino
E non c’è posto per noi,
molto meglio che noi
E non c’è posto per noi,
molto meglio che noi!
Dalla banchina sullo stagno in giardino
ci nuotava libero un pesciolino
Andava poco più in là,
solo due passi più in là
Andava poco più in là,
solo due passi più in là!
Diecimila soldati che pestavan la neve
mentre cadeva così soffice e lieve
Stavan cercando noi due,
cercavan proprio noi due
Stavan cercando noi due,
cercavan proprio noi due.